Magna Italia!
Regia di Eugenio Allegri
Magna Italia è un’impresa culturale, è il contributo de La Sala dei Tanti a Expo 2015 – sul breve periodo – e alla diffusione della cultura italiana all’estero– sul medio/lungo periodo. Recuperare e rilanciare la Commedia dell’Arte, la più ricca tradizione scenica italiana insieme al melodramma, è il fulcro del progetto. Dopo una breve stagione di riscoperta di questo patrimonio cui è debitore il teatro contemporaneo, avvenuta non a caso nel secondo dopoguerra con l’esigenza di riscoprire le qualità culturali e civili italiane, della Commedia in Italia si sono perse le tracce. Con un esito paradossale: si studia, si interpreta e si celebra la Commedia dell’arte in tutto il mondo attraverso spettacoli, rassegne, scuole, premi, convegni… Ma nel Bel Paese di questa arte, sviluppatasi nel Rinascimento scampando a Dogi, Arcivescovi, Reyes e Duchi, non esiste alcuna istituzione riconoscibile, alcun luogo consolidato di studio, di formazione, di produzione e promozione. Con l’eccezione delle tracce spesso seminascoste di ricerche accademiche, singoli attori o mascherai, microeventi locali e tanta bigiotteria turistica, non vi è nulla. Tantomeno nell’esperienza estetica e narrativa delle giovani generazioni, nel cui variegato pantheon ludiconon trovano più alcun posto né Arlecchino né Pulcinella o Colombina o Pantalone. Il baricentro storico e culturale della Commedia è proprio nel Nord Italia, sede di Expo 2015. Magna Italia, The True Eatable Story of Italian Commedy offre al pubblico internazionale la più antica tradizione teatrale italiana raccontando spassosamente, ma criticamente gli italiani a chi italiano non è (e mettendo alla berlina anche gli stereotipi esterofili) utilizzando un linguaggio scenico universale: il codice formale delle maschere, l’attualizzazione del linguaggio fatto di dialetti e idiomi nazionali, l’universalità della musica, il canto, la danza, l’acrobazia, la giocoleria, la scherma… Raccontando la lotta – secolare e attuale al tempo stesso – tra due Italie: quella dell’eccellenza creativa (nello specifico, il patrimonio enogastronomico) e quella dell’eccellenza criminale.