Allo scoccare della terza stagione teatrale del Teatro Fonderia Leopolda, dopo i primi due trascorsi nel ricercare e poi consolidare il pubblico che avrebbe garantito il successo di partecipazione e di consenso, mi è parso chiaro di dover procedere contemporaneamente alla realizzazione di un progetto di intervento nei confronti di un nuovo pubblico il quale potesse orientare con maggiore consapevolezza le proprie scelte di partecipazione e soprattutto evitasse già in partenza il rischio di un’omologazione nella fruizione che, si sa, può generare la perdita di fascino e di funzione del teatro come forma di espressione umana ed umanistica. Ho pensato che il rinnovamento del pubblico, sia del teatro che delle tante altre discipline di arte e di spettacolo, dovesse passare attraverso la difesa della più alta qualità delle proposte possibile, riducendo la presenza di contenuti effimeri a favore di quelli pregnanti per la comunità; che fosse necessario ribadire con forza che il teatro è forma espressiva generatrice di divertimento, ma che comunque tale divertimento diviene più forte e convincente se declinato nei temi di impegno culturale e artistico di alto profilo; che fosse utile promuovere una continua e condivisa innovazione delle forme di fruizione ovvero:

• ideare un modo per ripristinare agli occhi dei più il ruolo sociale dell’artista teatrale (sia esso attore, regista, drammaturgo, scenografo, costumista, tecnico, ecc.);
• agire per consolidare il dialogo trasparente tra istituzioni, enti, produttori, esecutori e fruitori circa i tanti aspetti del consumo di spettacolo;
• formulare proposte di intervento verso le giovani e giovanissime generazioni;
• consolidare il rapporto irrinunciabile verso l’organizzazione scolastica;
• esplorare e conquistare quegli ambienti sociali in cui arte, poetica e spettacolo non sono contemplate come esigenze neppure secondarie.

Questo ed altro ancora affinché il teatro potesse e possa alla fine essere considerato come elemento irrinunciabile della comunità civile di donne e di uomini che formano la società.

Tutti noi: amministratori pubblici, funzionari, cittadini, artisti e direttori, volenti o nolenti, consapevoli o no, ci stiamo occupando del futuro che tutti diciamo di volere migliore.

Bene: si può fare; si tratta di un futuro raggiungibile, non così lontano nel tempo, dunque qualcosa si deve pensare di fare perché sia davvero, anche di poco, migliore.

Allora permettetemi di dire ancora una cosa. La più bella delle idee per la stagione teatrale 2017/2018, la mia ultima come direttore artistico, è stata quella di pensare ad un “Giornale di bordo” ad essa dedicato, da realizzarsi attraverso l’uscita gratuita nelle edicole di due numeri: il primo ad ottobre e il secondo a dicembre 2017. Sembrava un’illusione ma alla fine è diventata realtà. La cosa pensata, è accaduta e con la collaborazione di tante straordinarie intelligenze, a partire da un folto gruppo di studenti delle scuole superiori di Follonica uniti a ottimi professionisti del settore da un progetto istituzionale che si chiama “Alternanza Scuola-Lavoro”.

Questo, insieme a tanti altri che già seguono e seguiranno, è stato il primo gesto silenzioso e fermo per riporre con cura, in un qualche scrigno per noi prezioso, un piccolo gioiello per il nostro futuro.

Eugenio Allegri
Direttore artistico del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica