Direzione artistica del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica
PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE 2019/2020
L’incanto del teatro quale strumento per tramandare i saperi alle generazioni successive, ben sapendo che per far questo occorre preservare innanzitutto se stessi, esseri imperfetti, ma capaci di riprodursi, e generare nel tempo l’imperfetto granello salvifico dell’umanità…
L’introduzione del direttore artistico Eugenio Allegri:
GENERAZIONI – L’attività 2019-2020 al Teatro Fonderia Leopolda di Follonica
L’affacciarsi sulla scena mondiale di una nuova generazione di giovanissime ragazze e ragazzi intenti e determinati nel voler salvare, almeno dal punto di vista ecologico, le sorti del pianeta e delle loro presenti e future vite, oltre ai temi del disastro ambientale ha riportato alla luce il disastro sociale procurato dalla frattura storica che in questi ultimi decenni ha allontanato una dall’altra le generazioni.
Sottrarre programmaticamente punti di riferimento storici, col pretesto di un fatale, rapido e inarrestabile cambiamento globale della società, cercando di trasformare gli individui in masse amorfe, probabilmente solo per uno scellerato calcolo economico operato guarda caso e chissà da chi per far convergere ognuno di noi verso la irrinunciabilità dei consumi, ha imposto nuove “priorità” sociali che rapidamente stanno erodendo il terreno delle conquiste di identità, di responsabilità, di abilità, di consapevolezza ovvero le cose che concorrono a ricollocare, a volte pur disordinatamente, ma necessariamente, ruoli e compiti delle generazioni che si susseguono tra loro.
Ora, dire “Generi e Generazioni”, binomio fugace di un pensiero più esteso, significa innanzitutto partire dalla impellente necessità di ricucire il tessuto slabbrato che per molti secoli e da tanti millenni, ha intrecciato il destino inamovibile delle costellazioni a quello transitorio del genere umano terrestre e ricollegare il transito dell’identità di quelle generazioni.
A partire dai temi contenuti in un’opera di un primo tra loro, chiamato Omero, fondante l’edificio in cui si è ritrovato custodito l’antico patrimonio della nostra civiltà, tempo dopo tempo, da un luogo ad altro luogo, i rappresentanti di quella civiltà, rinchiusisi a volte per giorni interi nelle tante stanze dell’antico palazzo, stagione dopo stagione hanno lavorato duramente per accatastare esperienze, idee, conoscenze, scoperte, scienze e ad ogni successiva fase di riordino, hanno continuato a lavorare alacremente cercando i nomi con cui indicare le tante cose accumulate, sperimentando pratiche per moltiplicarle, stabilendo principi con cui ordinarle, inventando teorie con le quali spiegarle, smontando e rimontando sistemi del pensiero per comprenderle, costruendo linguaggi diversi con cui annunciarle e diffonderle e, tra i tanti impieghi per vivere e sopravvivere, continuando a riempire quelle stanze delle più disparate necessità, per non parlare poi dei tanti desideri, delle utopie, dei sogni e di tante altre invenzioni, hanno pensato a quali forme plasmare per perfezionarle, rifinirle, delinearle e a quel punto tramandarle ovvero lasciarle in custodia alle generazioni successive, ben sapendo che per fare questo occorreva preservare innanzitutto se stessi, esseri imperfetti, ma capaci di riprodursi e generare così nel tempo l’imperfetto granello salvifico dell’umanità. Sta succedendo forse che coloro che hanno ricevuto in eredità quelle cose, dopo aver riordinato le stanze, tra l’altro rimuovendo nel tempo molte inutili cianfrusaglie, si son messi di impegno a ripulire priorità e necessità, idee e sistemi, correnti di pensiero e strategie politiche, politiche economiche e nuovi lavori, classi sociali e sistemi di governo… e tanto altro ancora.
Tutti hanno concordato, giovani e vecchi, che per preservare la specie dovevano parlarsi tra loro, spiegarsi, comprendersi, rispettarsi, reciprocamente difendersi e infine amarsi.
Si son ricordati d’improvviso che qualcuno tra loro, una mattina soleggiata e calda, di fronte all’incanto provocato dalla vista del mare, scoprì che il teatro permetteva di fare tutto questo: e così hanno deciso di ripartire da quell’incanto.
(Eugenio Allegri, direttore artistico Teatro Fonderia Leopolda – settembre 2019)
Per informazioni e attività legate al Teatro Fonderia Leopolda scrivere a teatrofollonica@eugenioallegri.it